domenica 4 settembre 2011

11 settembre 2001, fu vera cesura? Che differenza fa un giorno. Su "Undicisettembre" di Luigi Bonanate



di Damiano Palano

Che differenza può fare un giorno? Dopo l’11 settembre 2001, la domanda cui rispondeva negli anni Settanta Esther Phillips è stata riproposta centinaia, migliaia, milioni di volte. Ci si è chiesti, così, se ciò che avvenne a New York in quel giorno fatale abbia davvero cambiato la storia del mondo. E se proprio in quel mattino di fine estate le traiettorie della politica globale siano state effettivamente dirottate dal binario che avevano sino a quel momento seguito, e indirizzate verso scenari del tutto imprevedibili.
Mentre si avvicina il decimo anniversario degli attentati alle Twin Towers, quella stessa domanda torna a risuonare ancora una volta. E proprio a questo interrogativo Luigi Bonanate cerca di rispondere nel suo nuovo libro, Undicisettembre. Dieci anni dopo (Bruno Mondadori, 2011, pp. 151, euro 13.00).
Nei mesi immediatamente successivi al’11 settembre 2001, molti interpreti, non senza eccessi retorici, sposarono con convinzione la tesi per cui nulla sarebbe più stato ‘come prima’. In altre parole, gli attacchi terroristici di New York furono considerati come un evento capace di imprimere una frattura netta e non rimarginabile nella storia mondiale, nella politica internazionale, nella vita quotidiana.
Nel suo libro, anche Bonanate riconosce la portata dell’evento e delle sue implicazioni. E per questo si riferisce all’undicisettembre come all’insieme delle interpretazioni (politiche, scientifiche, artistiche) con cui si è cercato di comprendere ciò che effettivamente avvenne quel giorno. In realtà, però, Bonanate si discosta da tutte quelle letture che – più o meno enfaticamente – hanno intravisto negli attentati del 2001 l’inizio di una nuova stagione politica. Certo, l’evento ha avuto enormi conseguenze sulla società americana, sul sistema politico statunitense, sulla strategia di Washington, sulla natura di una guerra divenuta sempre più nettamente asimettrica. E, inoltre, ha innescato una radicale trasformazione del nostro immaginario. Eppure – questa è la tesi di Bonanate – non ha determinato una cesura nell’evoluzione storica del sistema internazionale.
La vera svolta della politica internazionale va ricercata invece più di dieci anni prima, il 9 novembre 1989, quando – insieme al simbolico crollo del Muro di Berlino – si sgretolano il blocco sovietico e il secondo pilastro del sistema bipolare della Guerra fredda.  In altri termini, come scrive Bonanate, “l’11 settembre è un evento storico, ma non ha cambiato la direzione della storia, anzi forse ha accelerato quella che si stava già scrivendo”. Non sono cioè gli attentati terroristici di New York a mutare il sistema internazionale, ma è a partire da quel momento che diventa chiaro che la struttura delle relazioni internazionali non può più essere ricondotta agli schemi tradizionali. Perché “è da quel giorno che si vede chiaramente che né unilateralismo né bipolarismo o tanto meno multipolarismo colgono più il segno dei tempi”.
A dieci anni da quel giorno drammatico, possiamo forse dire che l’11 settembre 2001 non abbia davvero cambiato la direzione della storia. Ma, probabilmente, diventa chiaro solo adesso che proprio in quelle ore abbiamo compreso la fragilità di un mondo “senza bussola”. In effetti, come sostiene Bonanate, a più di due decenni dalla fine della Guerra fredda, “non si è formato un nuovo sistema internazionale, non esistono nuove regole del gioco, gli attori sono indecisi sul loro stesso ruolo”. Nel corso dell’ultimo decennio, le ambizioni dell’“era unipolare” si sono inoltre rivelate del tutto illusorie, ed è ormai evidente che gli Stati Uniti non potranno svolgere il ruolo di egemone globale che si erano prefissi.
Così, forse ancor più che nei giorni successivi agli attentati di New York, il mondo continua ad apparirci oggi come un mondo interdipendente eppure frammentato, magmatico, segnato da un disordine entropico. E, anche per questo, i segnali che affiorano dalla scena internazionale non sembrano preludere alla formazione di un nuovo ordine. Ma fanno piuttosto intravedere, all’orizzonte del nostro prossimo futuro, le minacciose nubi di nuovi conflitti.


Damiano Palano


Questa recensione del volume di Luigi Bonanate, Undicisettembre. Dieci anni dopo, Bruno Mondadori, 2011, pp. 151, euro 13.00, è apparsa con il titolo 11 settembre, fu vera cesura? su "Avvenire" del 3 settembre 2011.


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